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La Cooperazione italiana nella Repubblica Islamica dell'Afghanistan

La Cooperazione italiana allo sviluppo è presente in Afghanistan da oltre un decennio. Inizialmente ha focalizzato l’attezione sugli aiuti umanitari e il settore emergenza nel suo complesso, attraverso l’operato di numerose ONG attive sul territorio che hanno distribuito migliaia di kit di vestiario e alimentari. Successivamente sono stati eseguiti numerosi interventi infrastrutturali, che hanno permesso a migliaia di villaggi di uscire dall’isolamento (ad esempio con la manutenzione di strade, la realizzazione di argini di fiume, piccoli ponti, canalizzazioni) e sviluppare un’agricoltura che andasse al di la’ della semplice sussistenza, facilitando la commercializzazione dei prodotti, e facendo cosi’ crescere l’economia locale. Un altro settore su cui da subito l’Italia ha apportato il suo contributo è quello sanitario, con la distribuzione di medicinali, la creazione di strutture sanitarie di base anche in aree remote, per permettere a migliaia di persone di poter usufruire di servizi minimi di assistenza, ma anche con la realizzione di reti idriche rurali. Negli anni, anche con il lento miglioramento delle condizioni di vita del popolo afghano, l’Italia ha affiancato agli interventi di emergenza quelli legati allo sviluppo, concentrando gli interventi, a partire dal 2008, nella regione ovest del Paese, ovvero nelle province di Herat, Farah, Badghis e Ghor. Con iniziative bilaterali e multilaterali, l’Italia ha concentrato il suo contributo in due settori chiave tra loro legati: quello infrastrutturale e quello dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. Lo sviluppo delle comunità locali è passato sia attraverso la costruzione di centinaia di chilometri di vie di collegamento (attualmente sono realizzati o in fase di completamento più di 200 km di strade che collegano aree abitate da oltre un milione di persone), sia attraverso la realizzazione di centinaia di progetti nelle comunità. Infatti, attraverso il National Solidariy Program, programmi bilaterali e il National Area Based Development Program (implementato da UNDP), sono stati finanziati interventi che spaziano dalle piccole infrastrutture, alla distribuzione di sementi alla realizzazione di cooperative di agricoltori (in particolare nel settore caseario). Solo nella provincia di Herat, sono stati realizzati circa 800 progetti gestiti dalle comunità, tra cui 400 pozzi, schemi irrigui, centri sociali, scuole, ponti, ma anche un paio di microcentraline idroelettriche. Sul fronte della ricostruzione, l’Italia mantiene un ruolo di significativo rilievo nel contesto dell’impegno internazionale che nel decennio 2015-2024, quello della “trasformazione”, vede sostenere lo Stato afghano nella progressiva assunzione di responsabilità in tutti i settori: dalla sicurezza al rafforzamento istituzionale passando per lo sviluppo economico. A fronte del rinnovato sostegno della comunità internazionale, ribadito durante la Conferenza di Bruxelles (4-5 ottobre 2016), è stato chiesto al governo afghano il fermo impegno a migliorare gli standard di trasparenza e buon governo, a riformare l’amministrazione e la giustizia, assicurando in particolare la tutela della condizione femminile. In tale quadro viene mantenuto un dialogo molto stretto con il governo di Kabul ed i partner internazionali affinché il nesso tra aiuti internazionali e riforme nel Paese sia sempre più concreto. L’impegno dell’Italia in l’Afghanistan è in continuità con un sostegno finanziario che dal 2001 ha visto l’approvazione di iniziative per oltre 800 milioni di euro (dono e credito di aiuto) per programmi di cooperazione allo sviluppo, rispettando altresì l’impegno a canalizzare almeno il 50% dei fondi sul bilancio e i programmi nazionali afghani.
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